LA CUCINA E IL SEAFOOD DI TAIPEI, UN MONDO INTERCULTURALE DI SAPORI

LA CUCINA E IL SEAFOOD DI TAIPEI, UN MONDO INTERCULTURALE DI SAPORI

di Antonio Casciaro collaboratore agosto 2023

Taipei è una città sorprendente, dove la cucina cinese si lascia contaminare da quella coreana, tailandese e giapponese. La sua popolazione è il risultato di immigrazioni di massa dal continente. Circa due milioni di rifugiati arrivarono dalla Cina continentale dopo il 1949, a seguito della sconfitta dei nazionalisti che si opposero al sistema comunista dei soldati di Mao.

Si può mangiare di tutto, a qualsiasi ora del giorno e a prezzi ragionevoli. Migliaia di micro ristoranti a conduzione familiare proliferano in ogni angolo che si possa adibire a cucina, assieme a ristoranti altolocati e ai mercatini notturni collocati in ogni quartiere della città, ove il fumo delle cucine all’aperto avvolge chiunque si trovi nei paraggi. Tutto ciò costituisce l’ossatura gastronomica della città. Taipei ha una densità demografica impressionante, tra le più alte al mondo.

I cinesi riescono a rendere commestibile qualsiasi cosa appartenga al mondo animale e vegetale. Maiale, pesce, pollo, riso e soia sono le materie prime più usate, ma Il vero core business gastronomico è il seafood. La frittata di uova con ostriche è la pietanza preferita dai taiwanesi. La carne bovina invece è consumata pochissimo a causa delle convinzioni dei buddisti taiwanesi, che non gradiscono mangiare animali utilizzati per il lavoro in campo agricolo e a cui sono legati da un senso di gratitudine.

La città è sempre aperta e le persone consumano cibo continuamente. Appena arrivati ci hanno consigliato un ristorante giapponese molto popolare in cui poter degustare pesce crudo. Al centro si trovano due chef che, prima di farti assistere alla loro maestria nel saper sapientemente preparare sashimi e sushi, fanno passerella con cestini pieni di pesce fresco da far vedere e far annusare all’avventore. Tutti intorno, seduti, noi assieme a consumatori locali. Siamo gli unici europei; sì, perché a Taipei il turismo europeo praticamente non esiste, tranne per pochi studenti che vengono a studiare il cinese nelle ottime università locali e per coloro che arrivano per motivi di lavoro. La degustazione prevede 21 portate di pesce, principalmente crudo, speziato e abbinato a riso, bambù e alghe. Quel poco che viene cotto, viene fatto, anch’esso, rigorosamente davanti ai nostri occhi. Quasi tre ore senza sosta, una portata dopo l’altra, ci conducono in un caleidoscopio di sapori. Siamo stai iniziati al seafood!

Taipei è stata sotto la dominazione dei giapponesi fra il 1895 ed il 1945 i quali sottomisero gli aborigeni locali e vinsero la prima guerra contro la Cina che cedette le isole di Taiwan e delle Penghu al Giappone stipulando il Trattato di Shimonoseki, del 17 aprile 1895. L’isola di Taiwan, battezzata dai portoghesi del 1500 come Formosa (la bella isola) ha avuto da sempre una storia fatta di diverse dominazioni e problemi di riconoscimento internazionale. Essa tuttavia accoglie insediamenti cinesi a partire dal 1300. L’assetto giuridico e politico dell’arcipelago, ove l’isola è inserita, definisce il proprio territorio “Repubblica della Cina”, ma nel 1971 Taipei ha perso il seggio alle Nazioni Unite a favore della comunista Repubblica Popolare Cinese e attualmente viene riconosciuto solo da 23 stati al mondo, tra cui il Vaticano.

D’altra parte la Costituzione di Taiwan rivendica la sovranità anche sulla Cina continentale e parte della Mongolia.

Durante tutta la permanenza abbiamo incontrato templi e chiese di ogni tipo, dai templi shintoisti, a quelli buddisti, taoisti, confuciani e chiese islamiche, ebraiche, cristiane; centri di promozione mongoli e tibetani. Questo intreccio religioso, dotato di un atteggiamento altamente inclusivo, si riverbera, inevitabilmente, sul modo di fare, di agire e di cucinare. Abbiamo mangiato di tutto, sempre fresco e di buona qualità, solo nei mercati notturni siamo stai attenti a non prendere alimenti non cotti e succhi o bibite non confezionate.

Nei giorni di permanenza abbiamo avuto modo di provare la cucina hotpot miscelando diversi ingredienti nella stessa pentola calda, ove ciascuno può personalizzare a suo piacere tutte le combinazioni possibili. Noi abbiamo scelto quelle a base di pesce.

In genere si possono scegliere due basi per un leggero soffritto con cipolla, calamaro e aglio, oppure con pomodoro, aglio, molluschi. Fatta questa scelta, il misto di pesce da riversare in pentola è composto da filetti di tilapia (il pesce più consumato nel sud-est asiatico), molluschi, vongole, capesante, gamberi grigi. Al bancone si trovano una serie di vegetali freschi che ognuno sceglie di mettere nella sua pentola personale posizionata su di un fornello inserito nel proprio tavolo. Una esperienza unica, ma tipica del mondo del sud- est asiatico.

In collina, dopo aver sorvolato con la funicolare e poi visitato a terra le famose piantagioni di tè e le foreste di bambù, abbiamo avuto modo di degustare il prezioso tè blu, tipico taiwanese e denominato “Oolong tea”, un prodotto a metà strada tra il verde e il nero, dovuto a un particolare sistema di essicazione che gli conferisce particolari proprietà benefiche. Abbiamo quindi optato per trascorre qualche ora in un tipico ristorante con una visuale spettacolare che permetteva di vedere, dall’alto, anche il famoso Taipei 101, il quinto grattacielo più alto del mondo.

Qui abbiamo assaporato un salmone locale, il formosan salmon, uno dei più rari pesci al mondo, cucinato alla griglia e servito con contorno di verdure. È una specie endemica, un pesce d’acqua fredda originario della zona subtropicale di Taiwan.

I giorni si sono susseguiti sempre all’insegna della cucina a base di pesce, cucinato con alghe, bambù, tantissime spezie, chiodi di garofano, pepe verde, cumino, zenzero, in ristoranti tailandesi, cinesi e coreani, in modalità hotpot, alla griglia, misto a riso, all’interno di omelette, impastato con i ravioli, all’interno di panini a pasta sottile appena cucinati in strada. Abbiamo avuto modo di comprendere, dal vivo e immergendoci totalmente nella cultura locale, del reale motivo per il quale Taipei venga spesso chiamata dagli esperti: Seafood  Kingdom!

redazione

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