Siracusa: Convegno su: a Reciprocità nella Relazione: Movimento, Intenzionalità, Cervello Sociale
Si è svolto dalle sede di Siracusa il tradizionale convegno dell’Istituto di Gestalt Hcc Italy, scuola di specializzazione in psicoterapia, legato al ciclo di rappresentazioni classiche di Siracusa:
La Reciprocità nella Relazione: Movimento, Intenzionalità, Cervello Sociale.
Ospiti del convegno Il professore Massimo Ammaniti, noto psicoanalista dell’età evolutiva, professore onorario di Psicopatologia dello sviluppo presso la facoltà di Medicina e Psicologia della “Sapienza” Università di Roma, autore di manuali di successo. Il neuroscienziato ed etologo, Pierfrancesco Ferrari, direttore dell’Institut des Sciences Cognitives “Marc Jeannerod” del Centro Nazionale di Ricerca Scientifica (CNRS) a Lione, professore associato presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma. Il sovrintendente dell’Inda Prof. Antonio Calbi. Hanno relazionato inoltre i didatti dell’Istituto di Gestalt Hcc Italy. Ha aperto i lavori la direttrice dell’Istituto, la psicoterapeuta della Gestalt Margherita Spagnuolo Lobb: “I processi relazionali della prima infanzia vengono da qualche decennio studiati con una nuova prospettiva che potremo riassumere nella frase: ‘Vedendo te che vedi me, so di esistere’. Le psicoterapie relazionali, che oggi includono la psicoanalisi, la psicoterapia della Gestalt e molti altri modelli, si basano su questa intuizione”. Il lattante, infatti, riesce a cogliere il modo in cui la madre lo rappresenta dentro di sé. Oltre a rispecchiare l’intenzionalità del neonato, il genitore aggiunge qualcosa di suo, una percezione e una emozione positiva. Questo sguardo aiuta il bambino a definire la differenza tra sé e gli altri, a sviluppare competenze sociali, e reciprocità amorevoli nelle relazioni. Anche nei rapporti coinvolgenti, noi riproduciamo il meccanismo appreso in questi scambi precoci”. “E credo che anche il senso del bello si cominci a costruire fin dai primi mesi di vita, quando si verificano delle concordanze, delle condivisioni tra il bambino e la madre”, ha affermato Massimo Ammaniti. Sensazioni che si possono rivivere quando ci si trova dinanzi all’opera d’arte, con cui c’è questo tipo di immedesimazione. Non è un’emozione permanente, sono dei picchi che si raggiungono in alcuni momenti”. “E’ perciò fondamentale sostenere le madri a vedere il proprio figlio, laddove a volte guardano il cellulare e non il proprio bambino”, ha aggiunto Massimo Ammaniti. Ha evidenziato ad esempio che durante la suzione, è importante che il genitore non interferisca con il lattante e rimanga in attesa sostenendo il processo. Se la madre interviene ripetutamente, lo chiama, il bambino rischia di trovarsi di fronte a dei messaggi contraddittori, come un invito ad interagire, che ostacola la giusta assimilazione del processo. Ha aggiunto inoltre, che purtroppo, nel nostro sistema sanitario, non sono previste persone competenti che danno un sostegno al comportamento delle madri in relazione ai loro bambini. Figure che invece esistono in Inghilterra. E le neuroscienze confermano le ricerche che vengono dal mondo della psicologia. “Già le prime esperienze affettive determinano una canalizzazione del sistema senso motorio, che se non viene stimolato sufficientemente diventa subito ipofunzionante”, ha affermato Pier Francesco Ferrari. Il neuroscienziato ha continuato ad esporre le sue ricerche, affermando che è stato riscontrato nei bambini piccoli separati dalle madri delle modificazioni su alcuni sistemi neurobiologici. E questo è stato confermato anche dai suoi studi sui piccoli macachi di tre giorni, che sono stati allontanati dalle loro madri e che nonostante le cure attente ed affettuose degli umani, erano in sovrappeso e presentavano un deficit del gesto affiliativo. Risultava carente inoltre il sistema di rispecchiamento delle espressioni facciali, di tre volte inferiore a quello riscontrato nei macachi accuditi dalle madri. “E anche il teatro si può definire un’esperienza di relazione”, ha affermato Antonio Calbi. In questa forma di spettacolo sono infatti presenti molte forme di relazione, il rapporto tra personaggi ed interprete, vi è poi lo scambio tra i personaggi e la relazione molto particolare tra palcoscenico e platea, fatta di emozione, di pensiero, che è fisica, tattile, sensitiva.
Sono intervenuti inoltre:
Pietro Andrea Cavaleri: filosofo, psicologo e psicoterapeuta. Didatta presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia dell’Istituto di Gestalt HCC Italy.
Marilena Di Pasqua: Psicologa e psicoterapeuta della Gestalt, didatta in formazione presso l’Istituto di Gestalt HCC Italy, collabora con il Centro Clinico e di Ricerca in Psicoterapia HCC Italy.
Michele Lipani: Psicologo, psicoterapeuta della Gestalt. Didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy
Fabiola Maggio: Psicologa e Psicoterapeuta della Gestalt, didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy.
Antonio Narzisi: Psicologo, Psicoterapeuta presso l’Istituto Stella Maris di Pisa, didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy.
Giancarlo Pintus: Psicologo, Psicoterapeuta della Gestalt, Didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy.
Giuseppe Sampognaro: Psicologo, psicoterapeuta. Didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy.
Silvia Tosi: Psicologa e Psicoterapeuta della Gestalt, didatta dell’Istituto di Gestalt hcc Italy.
Hanno coordinato le due giornate le dott.sse Graziana Busso. Psicologa, Psicoterapeuta della Gestalt, co-referente per la sede di Siracusa del Centro Clinico e di Ricerca in Psicoterapia HCC Italy, e Susanna Marotta, Psicologa, Psicoterapeuta, Didatta dell’Istituto di Gestalt HCC Italy